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8 - 10 GIUGNO 2012: Harley Days Amsterdam

venerd́ 8 giugno 2012

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immagine evento

Harley-Davidson Benelux has decided to postpone the event “Amsterdam Harley Days 2012”.


Questa scritta minacciosa appare sul mio monitor il 5 maggio; stavo facendo solo un controllino di routine, già pregustandomi il ritorno in una delle città che maggiormente mi hanno affascinato, sia per la sua bellezza, sia perchè per me il museo Van Googh è il numero uno al mondo, sia perchè da giovane studente universitario avevo lavorato in Olanda nell’estate del 1969, e avevo grandi ricordi e la speranza di rivedere un vecchio amico olandese mai più rivisto da allora.

Rapido giro di telefonate con gli altri; tutti gasati all’idea del viaggio, tutti delusi per il rinvio (in realtà, per l’annullamento) della manifestazione, ma tutti concordi su un punto: si va ugualmente! Non ci saranno le Harley? Ma si, ci saranno le nostre, chi-se-ne-frega, si va.

E così, la mattina del 6 giugno, al confine di Tarvisio, c’è l’incontro. Dino e Niki, Egidio e Lidia, impazienti e sorridenti, trovano buono persino il caffè austriaco!

Incolliamo la “vignetta” delle autostrade austriache, e via. Che posti! Salisburgo, Monaco, e finalmente Heidelberg per la notte. Circa 800 km. Sulle autostrade tedesche c’è un delirio di auto, il giorno dopo qua è festa nazionale e sono tutti per strada; facciamo più o meno duecento km di code varie, prima e dopo Stoccarda, con slalom fra le auto in coda; il mio casco si solleva per via dei capelli dritti, io non sono capace di fare lo slalom, per fortuna la moto va da sola.... Gli automobilisti tedeschi, evidentemente abituati, si scansano per lasciar passare le moto. Stupore. E Grazie.

Heidelberg è uno spettacolo! La passeggiata nel centro storico, isola pedonale, ci vede tutti a bocca aperta; foto di rito sotto il Castello, e cena mica-male in un bellissimo ristorante tipico. Buona persino la birra analcolica di Maria.

La mattina dopo, colazione e partenza di buonora; la città è vuota, ma le autostrade purtroppo no; il tempo è buono, ci diamo dentro per i restanti 500 km, e nel pomeriggio siamo a destinazione.

Doccia, e via!

Il menù per questi tre giorni prevede: Museo Van Googh; crociera sui canali; visita ai mulini in una località a 60 km da Amsterdam, dichiarata patrimonio mondiale dell’Umanità; gita sulla Grande Diga e passeggiata fra i paesetti della costa, sul mare “interno”; passeggiate “a piacere” per il centro, che è un’autentica meraviglia, ora che è stato “sgomberato” dalle adunate oceaniche dei “figli dei fiori”, che negli anni ’70-’80 imperversavano dovunque; visita, “obbligatoria”, al quartiere a luci rosse, che nel suo insieme è comunque “interessante”, e decisamente affollato.

Il mio programma personale comprendeva anche l’incontro con il “vecchio” amico, dopo 42 anni, ed è stata una cosa memorabile, veramente, salvo il fatto che, pur essendo “stati” coetanei nel 1969, ora io sembro suo padre.

Non poteva mancare anche una visita al Concessionario, che la domenica ha tenuto le porte aperte per ospitare i bikers che, più o meno consapevoli della cancellazione, erano arrivati ugualmente; qualche maglietta ricordo e qualche gadget, e via verso la Grande Diga; domenica è stata l’unica giornata di bel tempo e di sole, e i villaggi della costa sono veramente belli, vivaci  ed affollati; percorrere in moto la Grande Diga, 26 km col mare ai due lati, è davvero emozionante.

Il ritorno è stato un po’ meno divertente; acqua, tanta acqua, grandine inclusa nel prezzo; autostrada allagata, le moto sembravano motoscafi pur  non superando i 60 km all’ora; quando passavano i Tir, a velocità superiore, scomparivamo sotto una cascata d’acqua. Come si poteva, ossia piano-piano e attenti-attenti, siamo arrivati a Norimberga; il centro sorico, dentro le mura, ricostruito dopo la devastazione della guerra, è bello e interessante, e desolatamente vuoto. Cena e nanna. Doccia? Naturalmente, anche se avevamo già fatto una doccia da Guiness dei primati....

Il giorno seguente, ultimi 700 km ma senza inconvenienti, a parte la pioggia; oramai, niente ci fa’ più paura, salvo l’attesa del conto della carta di credito.

Dino, Niki, Egidio, Lidia, Guido, Maria.

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